IL CENTRO DEL SUONO
MOSTRA "Le Origini
degli Strumenti Musicali"

Progettazioni Acustiche - SOUND DESIGN
MUSICA - ARCHEOLOGIA: MUSEI
I SUONI DELLA PREISTORIA
ELETTRONICA E WEB
IN RETE
WALTER MAIOLI ATTIVITA'
Cerchio e punto, logo soundcenter.it

logo soundcenter.it

SYNAULIA "Suoni, Musica e Danze
dell'Antica Roma e dell'Antichità"

L'angolo dello SCACCIAPENSIERI
THE FLIYNG RHOMBUS SOCIETY
CONCERTI
DIDATTICA
INSTALLAZIONI SONORE
FILM - TEATRO
CD / DVD - CALENDARIO
pagina precedente
home
home italiano

home
home english
home
home español
  E-Mail : soundcenter@soundcenter.it
E-Mail : synaulia@soundcenter.it
E-Mail : cdsoundcenter@soundcenter.it


Sei nella sezione: CD e DVD produzione e vendita

    CD e DVD | Futuro Antico | CD Caverne Sonore | CD I Flauti Etruschi | Synaulia vol.I e vol. II |



copertina cd Futuro Antico - Intonazioni archetipe

La nostra musica in formato digitale MP3 (320 kbps) o in FLAC
vai al negozio
Per ordinare mandare una mail a:
cd@soundcenter.it




Futuro Antico
1980 - 2005

Futuro Antico è un gruppo di musica sperimentale che nel 1980 e 81 ha creato in anteprima un connubio tra i suoni degli strumenti musicali etnici, soprattutto quelli preistorici e dei popoli primitivi, e le sonorità elettroniche, da qui la definizione di “musica etnoelettronica”.
Gruppo composto da Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabiré.
Walter Maioli, strumenti a fiato e compositore. Fondatore del mitico gruppo Aktuala. Ha compiuto delle straordinarie ricerche sulle origini della musica, l’archeoacustica e la psicoacustica, la musica della natura, della preistoria e delle antiche civiltà.
Gabin Dabiré, cantante, percussionista, chitarrista e compositore lavora nella riscoperta e salvaguardia del patrimonio musicale africano e sperimenta la musica africana con i più svariati generi musicali .
Riccardo Sinigaglia, tastiere ed elettronica. Docente del corso di Musica Elettronica e del dipartimento di Tecnologia del Suono del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Compone opere “elettroniche” per i più svariati contesti.
Dopo 25 anni Futuro Antico si è ricostituito per sperimentare nuove possibili soluzioni sonoro-musicali alla ricerca di intonazioni archetipe. Dopo ricerche e un concerto ad Ameno e seguita una registrazione di 4 giorni realizzata nel mese di Settembre del 2005 il cui risultato a dato vita ad un CD Intonazioni Archetipe, contenente 7 brani musicali, l’ultimo brano : Arte nelle Stelle, è una registrazione analogica del 1980.

Futuro Antico Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabiré fine anni '70 Simboli di Futuro Antico Futuro Antico Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabiré 2005
Premesse scritte dal passato

Testo riportato dal depliant del gruppo musicale Futuro Antico, scritto da Adriano Abbado, che si occupava della parte visuale , Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabiré . Milano, 1980

Allo stato attuale il panorama culturale nel mondo si presenta quanto mai vasto e multiforme.
Lo sviluppo della tecnologia elettronica ha consentito la costruzione di dispositivi aventi le più diverse funzioni, dai generatori di suoni e di immagini ai sistemi di informazione mediante logica simbolica. Parallelamente l'importanza assunta dall' industria aerospaziale ha permesso un notevole incremento delle comunicazioni aeree e via satellite.
L'immediata presa di contatto con culture diverse e la conoscenza di popoli il cui sistemi di vita e di pensiero differiscono dai modelli di provenienza hanno messo in relazione universi vitali che interagiscono tra loro e si trasformano.
Futuro Antico ha come principale scopo la conoscenza, lo stadio e la diffusione di queste realtà culturali e la ricerca di un'unita espressiva attraverso i più diversi media di cui abbiamo cognizione.
Spaziando dall'etnomusicologia alla musica elettronica, dal teatro ai sistemi audiovisivi.

Musica senza epoca ne luogo

Testo di Walter Maioli, Foresta di Barbarano Romano, 2005

Sono passati decenni dalla “visione” di Futuro Antico, e più di trent'anni da quando mi occupo di world fusion music, fondando il gruppo Aktuala. Quindi possiamo iniziare a trarre delle conclusioni, verificare se il messaggio è giunto, se la visione sonora anticipava i tempi, e quali trasformazioni sonore alchemiche sono avvenute.
Vi sono espressioni delle arti che esplorano dimensioni sconosciute, che aprono le porte della percezione. Le maschere dell’universo sono appese. La visione sonora delle stelle, del cosmo, si riflette in una pozza d’acqua “sacra”, caduta dal cielo, dove il sasso è stato gettato e i cerchi si allargano.
Una delle funzioni più importati degli artisti precursori è di andare oltre il quotidiano, pagati per esplorare e percorrere strade ignote. Le musiche anticipano i tempi. Suoni come schemi penetrano nelle orecchie relazionando l’operato umano. Ciò che ascolti diventi. Ed è per questo che ascoltiamo, e suoniamo, i suoni della natura, i sussurri del vento, alito vitale della madre terra, la musica delle stelle, del cosmo, di noi stessi, le vibrazioni e le parole dei maestri e il profondo animo dei diversi popoli, attraverso la voce dei loro strumenti musicali.
In questi anni tanti artisti si sono ispirati a Futuro Antico, ma interpretandolo e racchiudendolo in una sola dimensione temporale, culturale, storica, etnica, o pseudomultietnica (tra cui vedi note in fondo).
Mentre la musica realizzata negli anni ottanta da Futuro Antico, è musica universale, fuori dal tempo. Di fatto Futuro Antico ricercava quella dimensione interiore popolata da suoni e ritmi archetipi, che sono le fondamenta di tutte le musiche del mondo. Infatti : la musica non è un linguaggio universale, i suoni archetipi si.
Suoni organizzati oltre i sistemi tonali delle culture musicali standardizzate.Una straordinaria formula alchemica acustica, dovuta ad un’accurata scelta degli strumenti e dei suoni abbinati. Che non si basava su : tu africano suoni il balafon accordato secondo la scala del pianoforte, oppure intonarsi tutti su una scala musicale araba o indiana, magari suonando strumenti giapponesi. Inoltre vi erano anche altre straordinarie premesse, come quella di cercare di far convivere suoni acustici delle diverse culture con suoni elettronici, il risultato l’abbiamo chiamato musica etnoelettronica.

immagine dal cd Futuro Antico 1 immagine dal cd Futuro Antico 2  
Ed è qui che ci siamo accorti che la vera musica elettronica, ricercava i suoni cosmici delle origini.
Le mie ricerche sui suoni preistorici, come le scelte sonore del musicista africano Gabin Dabiré, seguivano schemi e territori che alcuni tastieristi elettronici di estrazione colta, come Riccardo Sinigaglia, stavano percorrendo con la musica d’avanguardia contemporanea. In pratica : si poteva far convivere acustica ed elettronica ? Come dire, si può vivere nella natura con il computer in tasca ? Bene, ora, in questa fase nel 2005, a giudicare da dove e come scrivo : direi proprio di si.


Suoni clonati e Minestroni sonori multietnici

Nel contesto ora mondiale, direi quasi globale, stanno imperversando musiche dai suoni clonati e impostati. La gente mangia tutti i giorni questi orribili suoni elettronici, senza rendersene conto, attraverso la TV e le apparecchiature elettroniche in un contesto di un paesaggio sonoro altamente inquinato, che ha alzato gravemente la nostra soglia di ascolto. In mezzo a tutto ciò stiamo anche assistendo ad un incredibile minestrone sonoro multietnico che rispecchia e crea l’attuale rapporto tra le diverse culture del mondo. Così tamburi africani dalla pelle di plastica, vengono abbinati a flautini campionati e miscelati a suoni clonati di maracas….e non può certo mancare, mischiato nel minestrone, o suonato anche da solo: il didjeridu o didgeridoo, megafono alteratore vocale dei “poveri” aborigeni australiani. Questi ultimi si sono visti letteralmente portar via il loro strumento tradizionale per eccellenza, ed ora si può ascoltare il didjeridu, suonato dagli europei ed americani, anche nelle pubblicità. Strumento considerato dagli aborigeni “sacro”, e molto di più. Ora i negozi di tutte le città del mondo vendono didjeridu, ma la maggioranza, purtroppo, sono strumenti provenienti dall’Indonesia. Ma la beffa è che uno strumento del genere, come un cibo, appartiene molto di più, di ciò che pensiamo, all’ambiente da cui è stato generato.
Se uno strumento è stato creato e ha trovato sviluppato presso una certa cultura e in un certo luogo, avrà la sua ragione. E poi, il suono basso del digiriduu, appartiene alla sfera dei suoni ipnotici, che agiscono notevolmente su alcuni precisi livelli psicofisici. Questi suoni, non sempre sono terapeutici, anzi, in certi casi o per alcune persone, sono veramente nocivi, possono innescare di tutto. La musicoterapia è una cosa seria, che purtroppo il più delle volte è insegnata, e applicata male. Abbinare suoni, creare nuove sonorità, esplorare il non conosciuto, non è da tutti, non basta andare al conservatorio, od al corso di perfezionamento, o essere animati dallo sballo suonando di tutto. Ricordo sempre una premessa fondamentale per chi vuole ascoltare la musica e le differenti musiche: tutte le musiche possono tirarti dentro, ma bisogna vedere dove ti conducono.

immagini dal cd Futuro Antico

Premesse scritte dal futuro

Alla ricerca del diapason cosmico e del calendario universale

Alla fine degli anni 60 ho iniziato ad esplorare sistematicamente le possibilità sonore dei differenti strumenti musicali etnici del mondo. Mi sono accorto subito di maneggiare “cose pericolose”, spesso oggetti delicati, ma capaci di generare suoni sottili o potenti, in ogni caso sconvolgenti.
Strumenti che il più delle volte richiedono persone capaci di attivarli, per generare i giusti suoni, musicalità e ritmi. Suoni da impiegare nel contesto opportuno. Alcuni Sufi di Konia durante una conferenza stampa a Milano, hanno presentato il nai, flauto obliquo, come la loro “arma segreta”, più potente di una atomica.
In questi anni abbiamo visto prolificare esperimenti per una possibile convivenza musicale multietnica, in pratica orchestre formate da musicisti europei, cinesi, arabi , africani, sud americani, etc. Ma senza ottenere risultati alchemico-sonori eclatanti. In pratica ci siamo tutti accorti che non è facile far convivere strumenti e scale musicali, sistemi mentali, culturali, sociali, razziali e religiosi.
Quindi lo studio dei valori dell’accordatura diviene necessario, ma non assolutamente fondamentale, nella ricerca di un comune diapason calibrato a livello cosmico e adottato da un unico calendario mondiale, universale a tutti i popoli. Come i simboli archetipi costituiscono una base universale, cosi i suoni e i moduli compositivi archetipi possono essere le fondamenta per una prossima cultura sonora planetaria.
Una convivenza e salvaguardia delle proprie tradizioni nella pluricultura del villaggio globale, affinché non si arrivi ad una monocultura, standardizzata global, dettata da un’unica scala temperata di 12 note.

   
NOTA

Futuro Antico un titolo così suggestivo
che già di per se costituisce uno straordinario itinerario psichico

Nel 1980, Walter Maioli dà il titolo Futuro Antico alla composizione realizzata con Riccardo Sinigaglia e Gabin Dabiré. Ed è dai tempi degli Aktuala, che Walter impiegava questo slogan.
Futuro Antico è anche il titolo del “progetto musicale” di Angelo Branduardi (Futuro Antico I , II e III) e pure di una trilogia di composizioni del percussionista Andrea Centazzo. In questo caso siamo di fronte ad un storia di probabile sintonia (Walter conosce i due artisti); perché le musiche sono completamente stilisticamente differenti. Però Branduardi e Centazzo hanno realizzato i loro Futuri Antichi 15 anni dopo Maioli, Sinigaglia e Dabiré. Pensate negli Stati Uniti, si trova uno famoso gruppo di World music che si chiamano “Ancient Future” nato nel 1978, sembrano una imitazione degli “Aktuala”, nati nel 1972. Infatti Walter Maioli è, tra l’altro, uno dei primi maestri iniziatici della world music. (R.C.)


CRITICA
RE NUDO, 1980

Futuro Antico suoni dai primitivi all'elettronica

Walter Maioli, Riccardo Sinigaglia

La trama di questa musica si snoda in una strana dimensione senza spazio ne tempo, richiama strati di coscienza non ordinari, curva il tempo fino a far sovrapporre avveniristiche atmosfere elettroniche con i primi suoni dell’uomo primitivo. Difficile descriverne il contenuto e, proprio per questo, impossibile non accennare al metodo di realizzazione e alla strumentazione usata. Dai primitivi all’elettronica: dall’uso del più antico strumento musicale, comune a molte culture primitive, chiamato”rombo volante” fino alle sofisticate macchine elettroniche del nostro tempo (moog, sinthi EMS, eco computer) e, tra questi due poli, una infinità di altri strumenti ed effetti (flauti barocchi, doppi di canna, richiami degli Indios dell’Amazzonia, suoni di bicchieri elaborati al nastro magnetico, osso d’aquila, strumenti orientali).
Le strutture portanti sono ancora quelle della musica elettronica, ma l’introduzione di questa originale strumentazione e una indubbia influenza di sonorità orientali (Maioli, già fondatore nel “72 degli Aktuala, torna da un soggiorno di tre anni in Himalaia), danno all’atmosfera musicale un gusto arcano e delle aperture metatemporali notevoli. Questa cassetta inoltre è autoprodotta e autodistribuita e anche questa è una nota di merito agli autori, una sana abitudine anglossassone che in Italia, purtroppo, fatica a prendere spinta. (M.S.)

Immagini a colori di Adriano Abbado Disegni degli Aborigeni australiani, dei Taoisti, di Walter Maioli, Gabin Dabiré, Riccardo Sinigaglia. - 1980

INTONAZIONI ARCHETIPE

Questo è un lavoro-ricerca sulle origini delle intonazioni, sulle scale musicali, sugli intervalli cellule archetipe costituite da poche note, e sul ritmo, anche ad estrema velocità.
Con quali parametri si intonavano i popoli primitivi e le antiche civiltà? E perché la scelta della frequenza di 440 hz ? Dai canti degli uccelli, gli ululati dei lupi; le voci degli animali, i nodi della canna e dei bambù a misure, calcoli, cubiti, regoli, intonatori, accordatori alla ricerca dell’armonia cosmica.
Un confronto, rapporto tra diverse culture sonoro- musicali del pianeta alla ricerca di archetipi comuni,
“la musica non è un linguaggio universale, i suoni archetipi si”.
Per strutturare il lavoro, sia nell’insieme, che nelle singole scelte, si è voluto seguire alcuni canoni impiegati dalla musica contemporanea classica e una certa linea che si può definire “psichedelia etno-elettronica” .
Vi si trovano ricerche, considerazioni scientifiche, supposizioni in anteprima e suoni nuovi mai uditi, (questi dovrebbe essere i principali obbiettivi della musica di ricerca contemporanea). Citazioni e punti in comune con artisti-ricercatori come Cage, nella ricerca sul suono, Jon Hassell, nell’impiego di strumenti etnici ed elettronici, il minimalismo e certe intonazioni, frutto di percorsi di ricerca simili. Vi sono riferimenti, anche involontari, a Stochausen, i Weather Report, Sun Ra, Don Cherry, Miles Davis, i Pink Floyd. Mentre l’impiego di una voce recitante, filtrata elettronicamente è un cammino obbligatorio per chi si occupa di musica elettronica, o di vocalità. Soprattutto cercando lingue strane rare e sconosciute e dalle particolari frequenze. Quindi noi presentiamo in anteprima un idioma addirittura scomparso e considerato misterioso; l’Etrusco, antica lingua italica pre-romana ricostruita dal Prof. Francesco Menghini.
Diciamo che vi è fortemente soprattutto l’identità dei tre compositori di Futuro Antico, il lavoro che hanno svolto in questi ultimi 25 anni. Ricordiamo le straordinarie ricerche realizzate da Walter Maioli sulle origini della musica, l’archeoacustica e la psicoacustica, la musica della natura, della preistoria e delle antiche civiltà. Il lavoro di Gabin Dabiré nella riscoperta e salvaguardia del patrimonio musicale africano e le numerose sperimentazioni compiute ponendo in interrelazione la musica africana con i più svariati generi musicali. Mentre Riccardo Sinigaglia, ha dato vita al laboratorio di musica elettronica del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano in cui svolge il paziente compito di insegnamento. Compone opere “elettroniche” per i più svariati contesti. In pratica Futuro Antico è un fortunato connubio dovuto alle due estreme componenti, quella dei suoni preistorici e dell’antichità di Maioli e quella dell’elettronica di Sinigaglia, mediate da Dabiré che impiegando soprattutto strumenti musicali e vocalità africane svolge il ruolo di catalizzatore. Infatti la musica africana possiede sia suoni e moduli primitivi ed archetipi, sia strumenti musicali e forme ritmiche e melodiche complesse. Il balafon è uno xilofono molto elaborato, da non confondere con strumenti primitivi dal corpo unico, infatti il balafon è costituito da più materiali uniti in modo progettato e complesso. Anche la kalimba è strumento elaborato, che inoltre può variare l’intonazione. Come per il balafon viene da pensare agli strumenti a tastiera. Con la kalimba si possono ottenere pluriscale musicali complesse e disponendo della tecnica e del virtuosismo di Gabin si può raggiungere l’estremo della velocità ritmica possibile, come lui sa fare.

Una forte componente della musica di Futuro Antico sta nella scelta dei suoni e delle multiple frequenze, che è avvenuta anche seguendo la ricerca sulle sonorità fortemente psicoacustiche e psichedeliche. Infatti i suoni psichedelici (cioè che attivano la psiche) sono impiegati sin dalla preistoria, nello sciamanesimo e nei culti misterici dell’antichità e poi parzialmente riscoperti, soprattutto utilizzando apparecchiature elettroniche, ma anche strumenti musicali etnici o nuovi strumenti, negli anni 50 e 60 dai movimenti artistici che trasversalmente coinvolgevano e interrelavano diverse correnti culturali musicali. Innanzitutto la musica classica contemporanea che sperimentava in anteprima ogni genere di suoni e le possibilità dell’elettronica, quindi il rock psichedelico, il jazz d’avanguardia, la musica dell’India e quella dei nativi Americani, sino a giungere alle più avanzate sperimentazioni come Futuro Antico ha rappresentato e rappresenta..
Da Futuro Antico nasce una musica, veramente avanti e innovativa, con brani musicali diversamente intonati seguendo intonazioni antiche e contemporanee, scomparse e non.
Un campo di ricerca per plurintonazioni da applicare alla musica di un Villaggio Globale in cui convivono pluriculture.

1 - African pink whale tuning

L’intonazione e la scala musicale di questo brano sono dettate dal balafon. Strumento misteriosamente intonato in modo diverso da regione a regione, su complessi idiomi e simboli sonori animali. Cercando connubi sonori e melodici con il balafon è risultato un felice abbinamento con fluttuanti flauti, strumento a soffio, richiami a frizione, ance e doppi strumenti ad ancia, da qui abbiamo dedicato il brano alle balene rosa africane.

 

2 - Royal Cubit

Da una straordinaria ricerca di Walter Maioli è emerso un probabile intonatore impiegato nell’antico Egitto; un tubo senza imboccatura ne buchi per le dita della lunghezza del cubito egizio reale (cm. 52,5) suonato come flauto obliquo.

I cubiti sono argomento di grande studio da parte degli egittologi, dei matematici, degli architetti ma anche dei cultori di svariate e molteplici discipline che mettono in relazione le misure dei cubiti partendo dalle proporzioni delle piramidi, dell’architettura e dell’oggettistica egizia con le misure planetarie, stellari e anche con le unità di misura collegate ai fenomeni fisici più importanti dell’Universo.

Quindi il bordone di base di questo brano, un RE crescente ( secondo il LA intonato a 440 Hz.), è stato determinato dal suono fondamentale del flauto tubo-cubito. Un suono che probabilmente fungeva da diapason, in quanto in Egitto tutto era a misura di cubito, quindi anche la musica doveva impiegare quest’unità di misura.
La kalimba e le tastiere sono intonate su gli intervalli sonori naturali che fuoriescono dal tubo-cubito aprendo e chiudendo con un dito il foro terminale del tubo e variando la pressione del soffio,
in questo modo si può ottenere una scala musicale di 15 note, con un ampio sviluppo dai suoni gravi a quelli acuti. In questo brano abbiamo voluto con il flauto evidenziare, l’intonazione data dalla nota fondamentale, e il primo intervallo che esce semplicemente aprendo e chiudendo il fondo del tubo. Un richiamo archetipo che sembra provenire “dalla notte dei tempi”.

3 - Ektar on Plagiaulos on electronic

Un redivivo Etrusco che gira per Bobo- Dioulasso, cittadina del BURKINA FASO, con in mano la carta di New York. Si domanda cosa devo fare ? Dove devo andare? Forse sono arrivato.
In questo brano la base ritmica è data da l’ektar bassa uno strumento tipico dell’India, costituito da una (ek) corda (tar ), legata ad una membrana di pelle posta su di una zucca. Le variazioni sonore si ottengono variando la tensione della corda, in pratica un contrabbasso incrociato con un tamburo. Uno strumento tipico della musica microtonale. Mentre l’intonazione e le scala musicale sono date da un plagiaulos tenore, un antico strumento musicale ricostruito in anteprima da Walter Maioli. Strumento impiegato dagli Etruschi e dagli antichi Romani, costituito da una specie di flauto traverso in canna con inserita un’ancia semplice. L’armonizzazione delle tastiere e i tipi di suoni elettronici impiegati sono caratteristici della cultura musicale nordamericana del secolo scorso.


  Flauto di Pan Futuro Antico
4 - Pan tuning

L’intonazione è data dal flauto di Pan, l’intonatore per eccellenza dei mondi antichi, presso gli Etruschi, i Greci, i Romani, i Celti, i Cinesi, e nelle Americhe, eccetto in Egitto e in Mesopotamia
dove non veniva impiegato il flauto di Pan ma i flauti obliqui, vedi brano Royal Cubit.
Qui il flauto di Pan è intonato alla greco- balcanica. La scala musicale è ricavata dalla famosa stele greca di Sikelos del I sec.d.c., una delle rare prime notazioni musicali della storia. Scala musicale tuttora ampiamente impiegata nei paesi Balcanici, tra cui dalle famose Voci Bulgare. Il tutto è intonato sul LA 440, un omaggio alla scala ben temperata, anche se il flauto di Pan dal suono ventoso e dalle note glissate rivela sempre l’intonazione “selvaggia”. Ad un certo punto del brano compare uno strano suono acuto metallizzato, è un talking drum il famoso tamburo parlante africano, qui filtrato elettronicamente sino a divenire un suono che sembra un segnale radio proveniente dallo spazio cosmico. Di seguito troviamo una straordinaria recitazione di Luce Maioli, in una lingua estinta, l’Etrusco, riportata in vita dalle ricerche del Prof. Francesco Menghini.

Qui una traduzione in Etrusco dal Greco Eolico – sec. VII-VI a. C - di un canto d’amore d’ispirazione saffica - Prof. Francesco Menghini come pure la trascrizione in Etrusco .


La Luna e le Stelle
poesia etrusca
Pulum-al shleleth tiures mulakes
Thui na turun an flere arkequi
Ic ame vesishte etnam Ati feri frast matam
Helu hinthch celuthi-c
Le stelle insieme alla luna bella
ora non danno a lei nobile splendore come (quando) è ottima (piena)
ancora molto porta lume
sopra la terra e sotto il cielo
Gabin Dabirè mentre canta Riccardo Sinigaglia davanti a computer e tastiere
5 - Etruscan blue intonation

Il plagiaulos soprano, ricostruito su modello tratto dagli altorilievi Etruschi ( del tutto simile al plagiaulos del brano n.3 ma soprano, invece che tenore), qui impiegato, determina l’intonazione e la scala musicale che procede a semitoni un po’ calanti, contenente la nota “blue”, un archetipo delle musiche dell’antichità e delle culture primitive, tra cui il canto africano da cui il blues deriva. Un connubio tra Etruschi e Africa.


Gabin Dabirè accorda la kalimba

Walter Maioli con i doppi flauti

Riccardo Sinigaglia suona la tastiera
6 - High speed - Alta velocità

In questo brano alla ricerca della maggior velocità ritmica e melodica raggiungibile si rivela uno straordinario virtuosismo utilizzando particolari strumenti come la kalimba, i doppi flauti e le tastiere elettroniche. Ai suoni elettronici che vorticosamente rotolano si sommano i suoni della kalimba che a pari velocità creano un tappeto sonoro su cui i doppi flauti, che danno l’intonazione, manifestano virtuosistiche triplofonie simili a quelle prodotte dalla siringe degli uccelli canori costituita da due tubi in grado di generare due suoni che danno vita al terzo suono.
Forse viene da pensare ad un primo ascolto che la musica sia accelerata con un procedimento elettronico, ma in realtà la kalimba e i flauti sono suonati in diretta senza manipolazioni ne sovraincisioni, unica sovraincisione è la sirena che entra alla fine del brano.

 
--
7 - Arte nelle Stelle
registrazione del 1980

Gli strumenti sono un flauto obliquo egizio filtrato elettronicamente con riverberi ed echi, un armonica a bocca bassa, la kalimba, una tastiera Farfisa e sintetizzatori elettronici.
Questa è musica dell'aurora di un nuovo epoca. Non solo perché quando è stata eseguita erano gli anni (70/80) delle prime sperimentazioni tra elettronica e strumenti musicali etnici, musica che ha anticipato la World Music e la New Age, ma perché nel suo messaggio (inquietante, per chi non è preparato) è racchiuso l'avvenire. La normale musica che viene prodotta rispecchia la società del momento, mentre questa musica ( che come il resto di questo cd, non è musica indiana , araba o occidentale, ecc.) vuole andare oltre, è pensata e costruita per trovare nuove soluzioni del divenire umano. Dimensioni del pensiero cosmico, riflesso in questa musica. Non spaventatevi se ascoltando questi suoni proverete strane sensazione, è il " Futuro Antico" che si risveglia in voi.

Note di Walter Maioli sul flauto obliquo filtrato elettronicamente
Nel 1976 ho realizzato un "nuovo" strumento musicale che ho chiamato "Elettraulos", in quanto consiste in due flauti suonati contemporaneamente, uno il flauto con il suono naturale e l'altro, che poi è il medesimo, filtrato da un microfono e pilotato separatamente.
E' estremamente difficile suonare il flauto obliquo che sicuramente è il più impegnativo degli strumenti a fiato. Ma una volta trovato il modo di produrre e controllare i suoni si può ottenere naturalmente, cambiando intensità del soffio, intervalli di quinta , quarta con tutta una serie di armonici. Le scale musicali che escono spontaneamente da questi tubi sonori, ricordano la geometria sacra, la crescita delle piante, le forme dei cristalli. Filtrando tutto con l'eco si può creare una fascia sonora di frequenze in grado di proiettare l'ascoltatore in una dimensione cosmica; nel mondo astrale.

Testo, commento ai brani ed elaborazione foto di Walter Maioli
Foto di Luce Maioli e Ivan Gibellini, Il Centro del Suono- pag. 5 foto da video di Shantala Frigerio


prove e registrazioni del cd Futuro Antico La scelta del campanello
La scelta del campanello

La sala registrazione di Futuro Antico

Partecipanti e amici alla seduta di registrazione di Futuro Antico effettuata in terra etrusca nel settembre 2005 , da sinistra : Ivan, Gabin, Egidio Fufluns sacerdote Etrusco, Lilli, Nirodh, Abhikja, Luce , Walter, Riccardo di spalle. Gruppo di lavoro per la registrazione del cd Futuro Antico - Intonazioni Archetipe

FUTURO ANTICO CD

La copertina e le immagini
Nel tentativo di comprendere maggiormente i messaggi psicobioastrali presenti e trasportati , tra le pieghe dei suoni e le trame musicali di Futuro Antico, possiamo leggere i testi, i commenti, le spiegazioni dei brani, ma soprattutto sono le immagini della copertina, e quelle allegate agli scritti, che possono “in un veloce flash” fornirci ulteriori e preziose informazioni.

flash immagine di Walter Maioli

Nel 1980 alla nascita di Futuro Antico come gruppo ( anche se Walter Maioli bazzicava già intorno al concetto nei primi anni 70, collaborando con Mino di Martino e Terra che costituivano l’Albergo Intergalattico Spaziale) le immagini impiegate vedevano schemi elettronici sovrapposti a raffigurazioni di sagome di strumenti musicali, l’esatta fusione che si verificava nella musica del gruppo che impiegava apparecchiature elettroniche in combinazione con strumenti musicali primitivi. Mandala sonori composti dalla forma stessa degli schemi elettronici e degli oggetti naturali, primi strumenti musicali, che sono tubi, coni, piastre, sfere e spirali.

 

Le apparecchiature elettroniche impiegate da Riccardo Sinigaglia negli anni 80 avevano ancora una forte ed ingombrante estetica piena di richiami e simbolismi. Sintetizzatori che sembravano quadranti sino ad allora visti solo nei film di fantascienza, registratori con gigantesche bobine roteanti, il tutto in una sovrapposizione di filtri con una miriade di cavi connessi a centraline e ripartitori, in pratica una piccola jungla elettronica di liane piezoelettriche. Riccardo per ricordare le connessioni giustamente riportava il tutto in disegni stilizzati simili a graffiti preistorici.




Mentre Gabin Dabiré nato e cresciuto nel Burkina Faso, in pratica con un piede nella preistoria, nel frattempo raccontava e rileggeva l’arte africana
individuando e riportando le raffigurazioni di saette, delle scariche elettriche
che si irradiano nel cielo della savana durante i temporali. Onde sinestetiche, spettrogrammi che rivelano sovrapposizioni di ritmi archetipi, griglie di tessuti armonici che si relazionano a movimenti degli animali e trombe d’aria camminanti.

flash immagine di Riccardo Sinigaglia
flash immagine di Gabin Dabirè

I SIMBOLI

Il marchio scelto nel 1980 per rappresentare il gruppo è stata la spirale caratteristica del tantrismo nepalese. Un omaggio a Kathmandu , la magica città dove nel 1977 si sono conosciuti Walter Maioli e Gabin Dabiré

Ognuno ha firmato con il proprio psicogramma, ideogramma simbolico.

Walter Maioli Riccardo Sinigaglia Gabin Dabirè
Simbolo di Walter Maioli Simbolo di Riccardo Sinigaglia Simbolo di Gabin Dabirè
Arte nelle stelle

La forte componente che caratterizza la sintonia artistica di Futuro Antico, l’ispirazione che conduce la parte destra del cervello durante le improvvisazioni su schemi sonoro-musicali archetipi, è la visione della notte stellata, il contatto con il cosmo, quel qualcosa che tiene, ed ha anche concorso a portare gli uomini diritti, eretti, con la testa inclinata in su a guardare l’infinità del cielo.
Walter da sempre è un appassionato ricercatore di schemi e mappe stellari, di manifestazioni artistiche ispirate al cielo, di archeoastronomia e danze cosmogoniche. Seguace di Marius Schneider e della cosmologia mitologica (fu Ernst Heins, direttore dell’Instituto di Etnomusicologia Jaap Kunst di Amsterdam, dove aveva insegnato Schneider, che negli anni 80 disse : Maioli sta suonando ciò che Schneider ha scritto). E’ stato il primo ad eseguire nel 1991 al Planetario di Milano un concerto di suoni e musiche ispirate agli avvenimenti celesti, che ha visto anche la partecipazione della sua amica concittadina Fiorella Terenzi, che poi successivamente sarebbe divenuta “statunitense” conosciuta in un tutto il mondo per la sua straordinaria ricerca di astrofisica sulla musica delle Galassie.


La musica può essere un aiuto per la liberazione di se stessi oppure una gabbia che imprigiona nelle regole della società.
L'effetto della musica e dei suoni sulla psiche è molto potente e analizzando gli elementi linguistici di cui è costituita si può facilmente constatare a cosa porta.
Per questo non è neutrale usare una scala o un ritmo piuttosto che un'altro.
La nostra società meccanizzata e spersonalizzata non può che produrre la povera musica commerciale che impera e colonizza l'intero pianeta.
Per esempio l'uso dell'onnipresente giro armonico di DO, sempre uguale a se stesso che con poche varianti caratterizza la quasi totalità della musica commerciale unito al ritmo in quattro quarti realizzato col famigerato click in cuffia rende anche le esecuzioni umane meccaniche.
Questo contribuisce a tenere la gente in un limbo ebete, che non ha nulla a che fare con la vera trance e con la visione di dimensioni diverse.
Se analizziamo le musiche delle culture tradizionali in via di estinzione vediamo che i ritmi sono vari e che sopratutto respirano naturalmente, il tempo è come un elastico, rallenta e accellera lievemente.
La base armonica è modale, e questo da la sensazione di un profondo contatto con la terra e la libertà di usare la melodia in modo libero, con mille variazioni microtonali che escono dalla artificialità della scala temperata.
Noi cerchiamo di non perdere questi aspetti, anche se ad un'ascoltatore non abituato potrà sembrare che il ritmo sia imperfetto o che certe note siano stonate in realtà è propio lì che si trova il valore principale della nostra musica.
La tecnologia è uno strumento, in sè è neutra e può essere usata per scopi positivi o negativi.
Noi cerchiamo di usare le possibilità che ci offre per arricchire il nostro linguaggio.
Purtroppo quando sento la maggior parte delle musiche etniche contaminate dall'occidente sento un involgarimento del suono terribile.
Per questo penso che sia importante portare avanti il nostro concetto di "Futuro Antico".

Riccardo Sinigaglia
docente del corso di Musica Elettronica e del dipartimento di Tecnologia del Suono
del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano



Adriano Abbado autore dell'immagine in copertina del cd Futuro Antico
L'incontro con l'ideologo galattico
Ed è appunto per questa sintonia stellare che nel 1980 Walter e Gabin incontrano Adriano Abbado, amico di Riccardo. Nasce una collaborazione e una profonda amicizia che sottilmente continua tuttora.
Adriano allora si occupava in anteprima di fotografie elaborate e proiezioni luminose, e qui dovete chiedere a lui le tecniche che impiegava, perché la sua stravaganza tecnico spirituale lo caratterizzava già fortemente. Tuttora lavora con le immagini e i suoni digitali, proiezioni luminose e audiovisivi. E’ un ideologo futurista (leggi testo scritto da lui per la presentazione di F.A.).
Sua l’immagine scelta per la copertina del CD FUTURO ANTICO



Indietro